“Qui e altrove”: viaggio nel mondo fantastico dei racconti di Nike Gagliardi

Dodici storie avvincenti e imprevedibili che fanno sognare e riflettere sulla realtà quotidiana

Aurora Redville con il libro "Qui e altrove" di Nike Gagliardi

Aurora Redville con il libro "Qui e altrove" di Nike Gagliardi

Il libro di cui vi parlo in questo articolo è “Qui e altrove”, una raccolta di racconti della scrittrice sarda Nike Gagliardi, edita da Dialoghi nel maggio di quest’anno. Si tratta di un’opera fuori dal comune, poiché non si tratta del solito romanzo, ma di una variegata selezione di storie che promettono di catturare l’attenzione dei lettori.

Come sempre vi suggerisco la colonna sonora per la lettura, la scelta in questo caso ricade su un brano di Einaudi che ben si sposa con questa tematica: “The Dark Bank of Clouds”.

Nike Gagliardi con questa raccolta di racconti ci porta in un mondo fantastico, che però attinge al nostro quotidiano. Una raccolta di dodici racconti che ti travolge, ti intriga e a tratti ti lascia senza fiato, le parole scorrono come un fiume in piena, racconti che regalano suspence ma anche molto di più, resti incollato alle pagine con la certezza che resterai stupito del seguito.

Ammetto che non sono una grande appassionata di questo genere, ma devo dire che ogni racconto è diverso, particolare e segue un corso inaspettato.

La penna dell’autrice è sapiente, sa intrecciare le storie dei personaggi, i due racconti che ho apprezzato più degli altri sono “Ricordo di un’estate” e “La fuga”, forse perché sono ancorati alla realtà, il primo a quella sarda e il secondo a quella Italiana.

La lettura è scorrevole, il ritmo a tratti lento è alternato a sequenze incalzanti, i personaggi sono sempre caratterizzati da un punto di vista psicologico, per questo consiglio la lettura a tutti gli amanti del genere, ma anche a coloro che apprezzano i racconti brevi.

Arriva un momento, un’ora precisa della vita di ogni essere umano – o almeno della vita di coloro che abbiano avuto la fortuna di essere amati dai propri familiari- in cui i genitori improvvisamente perdono l’aura di creature invincibili, in grado di risolvere ogni problema e, come se cadesse loro il mantello di regalità, si rivelano per ciò che sono: vulnerabili e disarmati al cospetto di domande a cui non sanno rispondere…”, racconta Nike in “Ricordo di un’estate”.

Se siete curiosi di seguito c’è una breve intervista all’autrice.

Vi auguro una buona lettura
Aurora Redville

Ciao Nike, che lavoro fai?
In questo momento non ho un impiego fisso. Ho infatti trascorso gli ultimi due anni a risolvere una serie di problemi personali, ragion per cui ho dovuto mettere la mia vita e i miei progetti “in standby” per un po’. Ho una laurea triennale in lettere moderne (il mio lavoro di tesi ha preso in esame un’opera di Julio Cortázar, che è uno dei miei grandi amori letterari). Sto terminando una magistrale specializzandomi in letteratura moderna e contemporanea, con la speranza di accedere all’insegnamento o a un dottorato, e approfondendo la traduzione dallo spagnolo attraverso corsi, seminari e un buon allenamento (appena ho un minuto libero). Lavoro come freelance insegnando privatamente e svolgendo editing e traduzioni.

Come è nata l’idea dei racconti?
Sono una grande lettrice di racconti e da sempre cerco quel tipo di letteratura in grado di seminare in me il dubbio, di aprirsi a molteplici interpretazioni, di continuare a farmi riflettere al di là della piacevolezza della lettura. Tutto ciò, molto spesso, l’ho trovato nella forma breve che, dovendo esprimersi in poche pagine, usa l’ellissi in maniera artistica. Alcuni di questi racconti sono nati anni fa (il semino da cui si sono sviluppati “Daniele”, “Una convivenza difficile” è “Ricordo di un’estate” è stato piantato durante un laboratorio di scrittura creativa all’Università di Sassari), altri sono nati l’anno scorso. In generale, ho scelto solo quelli, che si facevano latori di un messaggio che mi sembrava valesse la pena condividere. Tutti manifestano la compresenza di due principi, di due possibilità, di un’oscillazione tra il reale e la sua percezione: per questo motivo il titolo di uno dei racconti, “Qui e altrove”, potesse divenire anche il titolo della raccolta.

Che genere leggi?
Non scelgo le mie letture in base al genere. Spesso le mie scelte germinano da letture precedenti o da citazioni e consigli le cui fonti sono articoli su riviste specializzate, traduttori o altri lettori che condividono i miei gusti. Per ragioni di passione e di studio “mando giù” un sacco di letteratura ispano-americana, in genere in lingua originale (gli ultimi innamoramenti sono stati nei confronti di Armonía Somers, di Amparo Dávila e di Francisco Tario), adesso sto leggendo “Care memorie” di Marguerite Yourcenar e un bellissimo saggio di Chiara Volpato “Le radici psicologiche della disuguaglianza”.

Progetti per il futuro?
Mi piacerebbe continuare ad approfondire la traduzione letteraria. Vorrei che “Qui e altrove” avesse la possibilità di incontrare altri lettori e girasse ancora un po’ tramite le presentazioni in libreria. Per quanto riguarda la scrittura ho un’idea per un nuovo progetto che mi stuzzica già da qualche tempo. Per ora mi limito a prendere qualche appunto e a fare ricerca, poi si vedrà. 🙂

Exit mobile version