“Scopami”, la recensione del libro scandalo della scrittrice francese Virginie Despentes

Bentrovati amici lettori,
oggi vi parlo di un libro che esce dai soliti canoni, “Scopami” di Virginie Despentes, edito lo scorso 12 novembre 2020 da Fandango Libri.

Vi consiglio di accompagnare la lettura di questa recensione con il brano “Smack my Bitch up” dei Prodigy.

Con questa lettura sono letteralmente uscita dai soliti titoli e ho iniziato a leggerlo appena ricevuto, ero davvero curiosa del resto con una presentazione di questo tipo: “libro scandalo pubblicato nel 1994, dal libro è stato tratto il film Baise moi – Scopami, uscito nel 2000…”.

Questa è la storia di Manu e Nadine: narra di un’amicizia e un senso di rifiuto del mondo che le porta a vivere un’avventura on the road, ho subito pensato al famoso film “Thelma & Louise” ma la loro è una vicenda diversa.

Mi aspettavo qualcosa di diverso lo ammetto, mi piace leggere di storie forti, vita reale, ma non immaginavo una trama così. Il libro inizia con uno spaccato sulle vite delle due protagoniste: Manu attrice di film porno sempre alla ricerca di soldi facili, che pensa solo a ubriacarsi e stordirsi con la droga fino a non capire quale sia la realtà, e Nadine, prostituta ossessionata dai film e giornali porno che vive insieme ad un’altra ragazza di nome Severine la quale passa tutto il tempo a criticarla, tanto che Nadine immagina di ucciderla.

L’intreccio è abbastanza semplice nella complessità delle tragedie che gli capitano attorno, vite ai margini, droga, prostituzione, tutto ciò che rientra tra le “cose sbagliate” per loro è la normalità, come gli abusi e le ingiustizie.

L’inizio è molto lento, ma la storia si vivacizza quando le due donne commettono entrambe il primo omicidio e si incontrano per caso, da lì è un’escalation di violenza, Manu e Nadine diventano due ricercate pericolosissime. Il ritmo cambia in veloce e incalzante, come i folli spari che partono dalla Smith & Wesson di Manu. 

E proprio dopo una cinquantina di pagine mi sono fermata, la scena di uno stupro mi ha impedito di proseguire la lettura, l’ho riposto sul comodino e poi l’ho portato con me in vacanza. Volevo dargli una seconda occasione in un momento di particolare tranquillità. Infatti, ho finito di leggerlo in un paio di giorni e ho sicuramente apprezzato il realismo, i dialoghi crudi e la necessità dell’autrice di rendere tutto così vivido tanto da farti sentire fisicamente parte della storia.

Non sono un’amante delle storie brutali, di sopraffazione e rabbia, basta accendere la tv e abbiamo l’imbarazzo della scelta, questa è diversa, è un racconto graffiante capace di far vacillare il tuo punto di vista, a tratti una storia inverosimile.

Due donne che hanno superato tutti i limiti possibili e non distinguono più il giusto o sbagliato; le persone non sono più degli esseri umani ma dei semplici bersagli sul loro cammino.

Anche l’aspetto sessuale fino alla fine è vissuto con violenza e perversione, non c’è nulla che rimanda al romanticismo.

Se siete dei lettori convinti di thriller e vi piacciono le storie forti è il libro per voi!

Buona lettura
Aurora Redville

“Scopami” è una dichiarazione di guerra ai bei sentimenti e all’eleganza. Con uno stile diretto, crudo, libero e con parole lacerate e laceranti Virginie Despentes narra, lasciandoci senza respiro, la storia dell’appassionata amicizia tra Manu e Nadine, ragazze perdute che s’incontrano per caso nella desolata periferia parigina. La prima si prostituisce, l’altra gira film pornografici, entrambe conducono un’esistenza grigia scandita dalla monotonia e dal rapporto di totale sottomissione agli uomini, dai quali subiscono soprusi e ordini categorici. Al giungere dell’ennesimo episodio di violenza da parte dei rispettivi amanti, le protagoniste si rendono conto di non avere più nulla da perdere e decidono improvvisamente d’abbandonare la città per vendicarsi. Al grido di “Bisogna abusare!” le due, dannate, erranti, come lupe attraverso i deserti intraprendono un “viaggio del cattivo gusto per il cattivo gusto” spinte dal rabbioso e disperato bisogno di dare, infine, agli altri un valido motivo per giudicarle.

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