Il fumettista algherese Joachim Tilloca presenta la sua nuova graphic novel al festival “Dall’altra parte del mare”

Dopo il successo di “Lime”, torna con “Che fine ha fatto Enola Gaynor?”, un viaggio tra noir, fantascienza e humour con l’antieroe Jack Plant

“Che fine ha fatto Enola Gaynor?” di Joachim Tilloca

Martedì 30 luglio il festival “Dall’altra parte del mare” dedica la nuova anteprima al fumetto. Ospite della serata sarà il fumettista algherese Joachim Tilloca che, dopo l’esordio folgorante con “Lime”, torna in libreria con il nuovissimo e travolgente “Che fine ha fatto Enola Gaynor?” appena pubblicato dalle edizioni Oblomov. A dialogare con lui ci sarà Emiliano Longobardi.

Dopo un breve apprendistato in riviste indipendenti e una fugace apparizione in veste di disegnatore nel fumetto popolare, Joachim Tilloca trova la sua strada di autore completo. La sua è una narrazione fluviale, venata di humour e omaggi al genere noir e fantascientifico, che costituiscono l’ambientazione ideale del suo teatrino disegnato.

Dopo il folgorante successo del suo esordio “Lime”, pubblicato da Oblomov nel 2023, ora torna con il nuovo romanzo fiume che costituisce il secondo volume delle avventure del suo antieroe, Jack Plant.

Il libro: Disinibita, irriverente, sfrontata. Enola Gaynor è un’artista di successo che si prepara a una ennesima esposizione dei suoi lavori in galleria. Attesa per le firme delle stampe, però, scompare improvvisamente. L’intrigo riunisce un gruppo di amici di infanzia alla ricerca della donna. In un viaggio metropolitano che mostra mondi oscuri e misteri apparentemente irrisolvibili ritroveremo Enola, reclusa e in fin di vita.

Chi l’ha rapita? La lenta ripresa, dopo il salvataggio in extremis la vede attaccata al respiratore in un letto d’ospedale.

Tra memorie del passato, collezionisti di farfalle e un persistente profumo di vaniglia, un altro intricatissimo caso per Jack Plant, l’antieroe squinternato del quale abbiamo già fatto la conoscenza in “Lime”. Una narrazione vorticosa e funambolica, densa di rimandi al cinema e alla letteratura – Almodovar, Wenders e Omero su tutti -, venata da una verve e uno humour che incollano il lettore alla pagina, fino all’atteso happy end.

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