Possono due culture tanto lontane come quella sarda e quella giapponese, incontrarsi, imparare qualcosa l’una dall’altra e fondersi in un’unica opera letteraria?
Una storia millenaria, delle forme d’arte radicate nel territorio e spesso non capite da chi vede “da fuori” e un oggettivo isolamento accomunano questi due lontanissimi paesi, che si scoprono, invece, molto più simili di quanto si possa credere.
È così che nasce “Sant Jordi”, il prodotto fumettistico nato nel 2015 durante un tirocinio presso la Libreria Il Labirinto di Alghero (programma Garanzia Giovani Sardegna Tirocini), interamente scritto e disegnato in soli 13 giorni dal giovane e talentuoso artista algherese Nicola Piras (classe 1994).
La pubblicazione omaggio vede narrate le celebri e pittoresche avventure dell’eroe cavalleresco Giorgio che con coraggio e abile gioco di spada sconfisse il malvagio drago, salvò dalle sue grinfie la giovane principessa Silene e liberò dal terrore gli abitanti di Selem; fiaba vuole che dal sangue versato dall’immonda bestia nacquero delle rose il cui profumo è ancora ineguagliabile.
Con uno stile artistico e narrativo ben lontano dagli stilemi del classico fumetto occidentale a cui siamo abituati, lo studente dell’Istituto d’arte F. Costantino ha scelto infatti di esporre la leggenda del famoso martire cristiano attraverso gli (a)tipici caratteri dell’ormai sdoganato fumetto orientale: il così definito manga.
Come consuetudine in questo genere di fumetti, dunque, la lettura non avviene dalla prima pagina proseguendo poi verso il quarto di copertina, quanto dall’ultima (la lettura di un manga si esegue, per così dire, al “contrario”), mentre le vignette non sono incasellate da sinistra verso destra, bensì da destra verso sinistra, richiedendo al lettore un iniziale momento di concentrazione per discostarsi al meglio dal modello di lettura “occidentale”; il tratto, seppur mostrando lineamenti visivi dei personaggi appena abbozzati, grandi occhi e corpi lunghi e slanciati, presenta però una cura maniacale per i dettagli disposti sulla tavola.
Nonostante un concetto stilistico tanto lontano dai canoni a cui il lettore sardo è abituato, “Sant Jordi” assume un’incredibile importanza per la città di Alghero, non solo perché ha aperto l’inaugurazione della rinata Biblioteca di San Michele (sita nel complesso culturale Lo Quarter nei pressi del centro storico della città), ma anche, e soprattutto, in quanto rappresentante concreto dell’audace idea nata dalla collaborazione tra la libreria Il Labirinto di Alghero e La Generalitat de Catalunya.
L’organismo culturale si è posto infatti l’intento di esporre e narrare le feste tipiche della città dei bastioni, illustrando attraverso la lingua Algherese-Catalana con il quale il manga è stato scritto (la traduzione in dialetto è stata affidata a Carla Valentino, esperta in lingua Algherese e vicepresidente dell’Òmnium Cultural de l’Alguer) i numerosi collegamenti che la città sarda presenta con la cultura catalana: ecco quindi che prendono vita anche nella nostra Isola la festa dedicata al patrono della Catalogna Sant Jordi e la più celebre Dia del llibre i de la rosa, ossia, “La Festa del libro e della rosa”, celebrazione tanto importante da convincere nel 1996 l’Unesco a trasformare la festa iberica nella Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore.
L’idea di un fumetto che vede le gesta di uno degli eroi simbolo dell’occidente in salsa tipicamente orientale può risultare inizialmente inusuale, ma la scelta di questo tipo di narrazione ha in realtà un intento nobile e un ideale ben ragionato, risultando quanto mai azzeccata per raggiungere il proprio scopo: i manga, principalmente di combattimento (definiti “Shonen”) non solo hanno accompagnato l’infanzia di molti adulti (da “DragonBall” a “Ken il guerriero”, passando per “Naruto” del mangaka Masashi Kishimoto, a cui l’autore si è volutamente ispirato), ma risultano ad oggi il tipo di fumetto più letto dai giovani e giovanissimi.
Divulgare in questo modo una delle più interessanti fiabe simbolo della nostra tradizione narrativa diviene quindi la maniera più efficace per incuriosire i ragazzi, farli appassionare agli antichi eroi e raccontare loro la propria cultura e costumi di appartenenza.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 237 distribuito nel mese di giugno del 2016.