FISIETTO. LA SAGA DEI PISTIS

Nel dicembre del 1999 usciva il primo numero, Sardina party. L’ultimo, Il Vangelo secondo Fisietto, è del luglio 2015 e (a oggi), non ci sono nuovi numeri in uscita (ma Bruno Tremulo, uno dei disegnatori, dichiara che al momento sta cercando di raccogliere le energie per dare vita a un nuovo episodio). Fisietto – La Saga dei Pistis ha portato nel mondo dei fumetti la quotidianità non proprio ordinaria del clan tutto cagliaritano della famiglia Pistis. Ed è stato subito successo.

L’idea di disegnare e scrivere un fumetto ambientato in Sardegna è venuta ai fratelli Bruno e Paolo Tremulo (originari di Sinnai, un centro abitato a pochi chilometri da Cagliari), ormai più di quindici anni fa. In realtà Bruno, un «fumettaro di lungo corso» (come lui stesso si definisce), aveva pensato a un fumetto che raccontasse le peripezie di un poliziotto sardo all’inseguimento di banditi e malviventi. L’idea di portare in scena Fisietto è stata invece di Paolo. «Mio fratello pensava che l’immagine del poliziotto fosse troppo inflazionata», ricorda Bruno. «Propose allora di raccontare le storie di Fisietto, un poveraccio di quelli che a Cagliari conosciamo tutti». Bruno si arma di matita e con Paolo elabora storia e dialoghi. Il primo numero, con la presentazione del clan dei Pistis, inaugura così un successo inaspettato, destinato a continuare per tutte e tre le serie.

Fisietto non è certo l’eroe che in molti si sarebbero aspettati al centro di un fumetto. Che si muova sulla sua inconfondibile apixedda tra le strade del quartiere della Marina a Cagliari, o attraverso i viottoli di Villanova, o ancora dentro il mercato di San Benedetto e fra i palazzoni di Sant’Elia, il risultato non cambia. «Combina sempre un sacco di guai», commenta Bruno, «anche se lui si sente sicuramente eroico».

Sa Bestia (il soprannome con cui tutti lo conoscono e lo chiamano) vive ai margini della legalità, è spesso volgare, un donnaiolo impenitente e, da ex pugile dilettante, non esita mai a passare alle mani. È però pure simpatico, di una comicità sguaiata e irrefrenabile e «anche se tradisce sistematicamente la moglie Assuntina, è molto innamorato», racconta Bruno, senza nascondere un sorriso d’affetto nei confronti del suo personaggio più noto, lo stesso che riserva a nonna Saturnina, la vera capa della famiglia Pistis («mia nonna era come lei», ricorda Bruno). Proprietaria del terreno e della casa dove la famiglia vive, e detentrice della pensione di invalidità che rappresenta la sola fonte di sostentamento certo per l’intero clan, nonna Saturnina regge le redini della famiglia, con orgoglio per le tradizioni della sua terra.

Cagliari ha ripagato le penne e le idee dei fratelli Tremulo con un successo inaspettato, costruito tutto sull’autenticità dei personaggi e sulla novità assoluta dell’idea. «Non c’è nulla di inventato», assicura Bruno. «I personaggi di Fisietto sono tutte figure che chi vive a Cagliari non ha difficoltà a immaginare come reali. In città ci sono davvero tanti “Fisietti”, e proprio in questo forse sta il segreto del successo che il fumetto ha avuto».

Un successo che nel gennaio 2003 è sbarcato anche sulle scene teatrali cagliaritane, grazie alla compagnia Il Crogiuolo e sotto la regia di Elio Turno Arthemalle, mentre su uno schermo bianco, posto sul fondo del palcoscenico, scorrevano le strisce dei fumetti (doppiate in diretta dagli attori, con tanto di accompagnamento musicale e di rumori di sottofondo).

La possibilità che il casteddaio Fisietto e tutto il suo clan possano di nuovo prendere vita sulla carta è un’idea a cui Bruno dichiara di stare pensando. Nonostante le difficoltà legate alla necessità di creare una squadra stabile (fra le ragioni che hanno portato i fratelli Tremulo ad abbandonare – per ora – la pubblicazione del loro Fisietto), la tentazione di dare di nuovo vita a quello che in pochi mesi, ormai diciassette anni fa, era diventato un “cult” è grande. Chissà che allora non ci siano davvero buone possibilità che il clan dei Pistis trionfi ancora.

 

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