La rete museale Thàmus è stata istituita nel 2010 dal comune di Sassari con l’intento di riunire il patrimonio artistico, architettonico e storico della città sotto un unico nome, in modo da renderlo più funzionale alle visite dei turisti, ma anche dei sassaresi stessi. Negli anni 2000 sono stati molti e molto rilevanti gli interventi messi in atto dall’amministrazione comunale per il recupero dei beni culturali cittadini. Si pensi per esempio al gran lavoro fatto coi sotterranei del Castello aragonese che è, ad oggi, uno dei siti con più visitatori in città.
Il nome Thàmus nasce dall’unione tra l’antico nome di Sassari, Thatari, e il circuito Museale. Il logo ufficiale è accompagnato dalla riproduzione della decorazione dell’atrio antistante l’ingresso del Teatro Civico, luogo simbolico di unione tra le due anime del Palazzo di Città, quella di rappresentanza e di rappresentazione.
Palazzo di Città è uno degli edifici di importanza storico-artistica facenti parte della rete Thàmus e denominato Museo della Città. Il palazzo, di origini medievali, è situato al centro dell’antica Ruga de Cothinas, oggi Corso Vittorio Emanuele, e al centro di quella che era la città all’interno della cinta muraria. Per secoli è stato la sede dell’autorità governativa e ospitava gli uffici del sindaco, del consiglio comunale, la segreteria, la tesoreria, ma anche la posta e la guardia di sicurezza. In alcuni periodi venne anche utilizzato come deposito per le granaglie e ricovero per gli animali; in un cortile interno, inoltre, si svolgevano delle rappresentazioni teatrali. Fu anche oggetto di alcuni eventi drammatici, tra il 1527 e il 1528 i francesi assediarono la città e misero fuoco all’edificio distruggendo gli archivi comunali. Un secondo incendio distrusse tutta la documentazione nel 1780, questa volta appiccato dalla popolazione stessa che, affamata dalla carestia, volle in questo modo ribellarsi ai soprusi dell’allora governatore Allì di Maccarani.
Nel 1800 gli spazi destinati all’amministrazione necessitavano di un ampliamento dato che molti uffici furono dislocati in altri edifici. Si procedette così all’acquisto dell’area attigua e il vecchio edificio venne demolito per costruirne uno nuovo nel 1830 con il progetto dell’ingegnere Giuseppe Cominotti.
Si decise in quell’occasione di costruire il Teatro Civico per dare ai sassaresi, che da sempre apprezzano questo tipo di spettacoli, un luogo appropriato in cui assistere a rappresentazioni teatrali, musicali, operistiche e quant’altro. Cominotti lo progettò a immagine del Teatro Carignano di Torino, ma in una forma più contenuta. Il Civico è una perla incastonata nel Palazzo di Città che riscuote sempre successo e apprezzamenti positivi tra i visitatori anche perché, se si ha la fortuna di visitarlo in giorni in cui non sono previste rappresentazioni, lo si può ammirare da sopra il palco, dietro il sipario, e non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni!
Con il suo sistema acustico ottimale è ancora oggi in attività ed ospita molteplici tipologie di rappresentazioni, teatrali, musicali, teatro-danza e anche cinematografiche, sempre tutte molto seguite e apprezzate.
La visita al palazzo offre la possibilità di ripercorrere la storia di Sassari, grazie al modellino del Castello aragonese esposto nella prima sala del percorso e il plastico della città dentro la cinta muraria. Si può entrare nella Sala dell’Intregu, antica sede del consiglio comunale oggi protagonista, durante la discesa dei Candelieri, del tradizionale incontro tra il sindaco e gli Obrieri Maggiori del Gremio dei Massai. È da qui che il sindaco si affaccia per ricevere gli applausi o i fischi dei suoi concittadini.
Nell’ala est si trovano due esposizioni molto interessanti, una dedicata all’abbigliamento in uso nella Sassari ottocentesca. Le riproduzioni sono state possibili grazie agli acquerelli di Giuseppe Cominotti che raffigurò diverse scene della vita quotidiana dell’epoca. Un’altra sala ospita due serie di statuette di Eugenio Tavolara dei primi decenni del ‘900, rappresentanti due riti molto sentiti in Sardegna, uno sacro, la Pasqua, e l’altro profano, il carnevale.
Insomma, un’ottima occasione per ripercorrere in varie tappe la storia della città di Sassari tra bellezze e cultura.