Simona Goxhoi, tradizione e talento

Il panorama artistico sardo non smette mai di stupire. Questo mese, tra le nostre pagine, ospitiamo un’artista completa, che vede il suo più efficace sistema di espressione artistico non solo nella fotografia (la passione che maggiormente contraddistingue il suo talento), ma anche nella pittura e nel ricamo sardo, riuscendo a trasmettere e veicolare messaggi ed emozioni a 360 gradi.

Simona Goxhoi, è un’artista di Sennori (allieva del professore Salvatore Ligios e responsabile della “Unione Italiana Fotoamatori – Sassari e provincia”) che riesce ad entrare in perfetta simbiosi con la macchina fotografica; ogni suo scatto porta il focus sull’eleganza, la cura, la magnificenza e, soprattutto, l’importanza culturale che l’artigianato sardo (suo principale soggetto) possiede nel mondo, presentando una capacità innata che la porterà, nel corso degli anni, alla vincita di numerosi premi (“Premio Fotografia Nazionale Glamour 2011 – Città San Vincenzo”, “1° Premio alta moda 2014 – Venaria Reale”, “Triennale di Arte Moderna 2016 – Verona – Premio merito artistico”) e all’attenzione del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Ciao Simona, per prima cosa, come e da dove nasce la vocazione artistica?

Ciao, la mia “vocazione artistica” nasce fin dall’infanzia, grazie alle amorevoli attenzioni di mio nonno, maestro di scuola, che con pazienza mi descriveva i canti della “Divina Commedia” facendomi ammirare le illustrazioni di Gustave Dorè.

Il primo approccio con la macchina fotografica l’ho avuto grazie a mio padre, che, mi faceva posare e fotografare per suo diletto. Ho scoperto così per gioco come ci si comporta davanti e dietro l’obiettivo.

All’età di 6 anni ho frequentato la casa della maestra Antonietta Sircana, vicina di casa, dove ho appreso l’arte della pittura e del ricamo del costume sardo, passione che tuttora pratico.

È infatti riconoscibile l’impronta dell’artigianato sardo in ogni mio lavoro.

Da dove trai maggiormente ispirazione per le tue opere?

Mi verrebbe d’istinto rispondere così: Amo Richard Avedon per la sua classe ed ironia, Letizia Battaglia per la sua semplicità e durezza; Gian Lorenzo Bernini per la sua forza, Michelangelo Merisi (Caravaggio) per l’espressività dei suoi colori… e la Sardegna.

Per quanto concerne la fotografia dipende dal caso in questione, ossia dipende dallo “scenario”. Una foto di glamour, una foto a scopo pubblicitario o una foto d’arte, hanno tutte ispirazioni differenti, perché differenti sono i contesti in cui dovrebbero essere collocati. Se mi viene commissionata una foto a scopo pubblicitario solitamente mi viene d’istinto creare il progetto. Se si tratta di una foto d’arte, rispolvero ben volentieri i libri di storia dell’arte, a partire da Antonello da Messina fino ad arrivare ai giorni nostri.

Tutto è stato fatto, dobbiamo cercare solo di reinterpretarlo.

Tra i diversi progetti che hai realizzato, ce n’è qualcuno a cui sei maggiormente affezionata e ti ha coinvolto di più?

Sono vari i progetti a cui sono legata. La Vestizione della Sposa (ispirata al quadro omonimo del pittore Carlo Socrate) e Quadro al Cubo – Magister Elio Pulli per me sono due colossi: con queste due opere sono stata apprezzata da Vittorio Sgarbi. In queste due opere credo di aver racchiuso il mio bagaglio fotografico fatto fino ad ora. Sono due opere contrastanti: nella prima vi è la costruzione geometrica “piramidale”, nella seconda nessuna costruzione, è nata per puro caso in una mattinata d’inverno nel “sacro laboratorio di pittura” del maestro Elio Pulli a Tramaglio. Fotografare il maestro è stato come tornare bambina, ti trasmette tutto il suo magnetismo, un uomo da fascino ed estro mai visto prima, guardandolo negli occhi puoi percepire la sua anima da grande artista: credo che questa foto sia la più bella che ho fatto, perché “trasmette”.

Là vi è lo spirito del pittore.

Ma la tua arte non si ferma solo alla fotografia, quindi ti chiedo, quali sono le qualità necessarie per essere un’artista a tutto tondo?

Umiltà in primis, saper ascoltare, grande voglia di imparare e non arrendersi al primo intoppo, seguire il proprio istinto e cercare di far combaciare il tutto soprattutto a livello estetico.

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