Se non fosse per lo smartphone, ormai indispensabile strumento di comunicazione, entrare nella bottega di Elio Pulli sarebbe come catapultarsi in un passato che pensavi ormai concluso. Scenari che richiamano alla mente la vita di artisti rinascimentali o romantici.
Invece è il 2017, siamo a Tramariglio, nel cuore della baia di Porto Conte ed è qui che il Maestro Pulli è di base da ormai oltre 50 anni con l’immutato spirito di creare e lasciare la propria impronta.
L’abbiamo incontrato per provare a capire com’è la vita di un’artista nell’era contemporanea.
Quali sono state le tappe fondamentali della sua carriera artistica?
Io sono nato in bottega, mio padre era uno scultore e mia madre una pittrice, respiravo arte già da bambino. È un grosso vantaggio, non ho faticato per trovare gli strumenti, credo di essere nato con i pennelli in mano!
Da giovane avevo timore a mostrare le mie opere. La mia mansione era quella di dipingere le statue e mio padre capiva che ero portato per il colore, ma avevo soggezione nei suoi confronti, nei confronti di mio fratello Claudio e di tutti i grandi artisti sardi che frequentavano la bottega, come Spada, Figari, Meledina. Finché a 18 anni decisi di partecipare al concorso di Francavilla a Mare e preparai di nascosto due quadri. Quando arrivò il momento di spedirli chiesi consiglio su quale avessi dovuto mandare, anche se in realtà avevo già deciso! Inviai, a dispetto del loro parere, un dipinto raffigurante gli orti di Sassari e, non solo la mia opera fu considerata dignitosa per essere esposta, ma venne premiata come migliore tra quelle di artisti sardi.
L’anno successivo venni invitato alla Galleria del Vantaggio di Roma per conoscere Guttuso, Pirandello, De Chirico che, impressionati dal successo di alcune mie opere esposte insieme alle loro, erano interessati ad avermi nel loro gruppo. Rimasi a Roma per un anno, lavorando e guadagnando, ma poi il richiamo della terra fu tale che ritornai in Sardegna.
Immagino ci siano state anche delle difficoltà.
Sì, non era semplice ai tempi, sia per il reperimento dei materiali, sia per le informazioni che non arrivavano frequentemente, leggevamo il giornale solo una volta alla settimana. E poi vivere d’arte vuol dire anche vivere di sacrifici, mio padre ha rinunciato a grosse ricchezze. I suoi genitori erano proprietari terrieri, possedevano una masseria a Lecce e avevano grosse possibilità. A volte penso che ci abbia fatto vivere in questo modo apposta, farci soffrire per essere più artisti!
Quando si è stabilito qui a Tramariglio?
Venni qua con Francesco Cossiga, eravamo amici, per vedere le carceri che avevano dismesso da pochissimo, era il 1965. Io rimasi folgorato dalla bellezza del posto e gli chiesi se potessi stabilirmi qua. Dopo aver chiesto il parere di alcuni responsabili mi diedero il permesso di trasferirmi. Abbiamo vissuto, io, mia moglie e i miei figli, con la calma e la rilassatezza dettate dalla natura. Io non portavo più orologio, decisi che il tempo l’avrebbe scandito il sole.
Ora non ci viviamo più, mia moglie ha preferito tornare a Sassari ed io viaggio tutti i giorni. Presto questa diventerà Casa Museo Elio Pulli, con me ancora in vita.
A Casa Gioiosa, sono esposte le sue opere ispirate a “Il piccolo principe”, ci parli di questo progetto.
È stata inaugurata in occasione degli eventi organizzati dal Parco di Porto Conte “Emozioni di primavera” che si chiuderà il 18 giugno 2017. In quest’occasione replicheremo la performance della giornata di apertura, con l’accompagnamento di diversi illustri musicisti e io dipingerò dal vivo. La sala ospita 14 dipinti e 10 sculture ispirate all’opera di Antoine de Saint-Exupéry più l’abito indossato dalla ballerina Anna Balestrieri che ho dipinto l’8 aprile sulle note del pianoforte del Maestro Stefano Salvatori.
La mostra resterà visitabile anche dopo la chiusura di questa serie di eventi e l’anno prossimo ci sarà una festa sempre organizzata a Casa Gioiosa, “Aspettando il Piccolo Principe”.