Una giornata per raccontare Emilio Lussu, tra storia, memoria e narrazione

Il Festival Premio Emilio Lussu ha confermato anche nell’ultima edizione il proprio impegno a promuovere gli studi sull’intellettuale originario di Armungia

Gian Giacomo Ortu. 📷 Paolo Vacca

Si è svolto giovedì 12 ottobre a Cagliari il VI Convegno Internazionale di Studi dedicato a Emilio Lussu, nell’ambito del festival di promozione della lettura intitolato proprio a questa figura di spicco della letteratura, della storia e della politica italiane del Novecento; da 6 anni, infatti, la manifestazione, organizzata dall’Associazione culturale L’Alambicco e giunta alla 9ª edizione, dedica un seminario all’approfondimento del pensiero e dell’opera di Emilio Lussu, con il coinvolgimento di docenti universitari e studiosi provenienti da tutto il mondo.

A coordinare i lavori, il presidente del Comitato scientifico del festival Gian Giacomo Ortu, già professore ordinario di Storia moderna nelle Facoltà di Scienze politiche e Architettura di Cagliari, e direttore dell’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia (ISSRA), che ha introdotto il tema del convegno “Emilio Lussu tra storia, memoria e narrazione”, evidenziando come l’esperienza di vita di Lussu rappresenti una miniera pressoché inesauribile di studio e racconto: dall’epos del combattente, per l’esperienza al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, all’impegno di politico e antifascista, come fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento di Giustizia e Libertà con Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, fino al ruolo da protagonista nel dibattito dell’Assemblea Costituente, legato in particolar modo al tema delle autonomie.

Attraverso i vari interventi in cui si è articolato, il Convegno ha evidenziato come Emilio Lussu abbia accompagnato la propria attività politica a una puntuale riflessione e narrazione della stessa, inquadrata in un contesto storico più ampio; in questo senso, dunque, l’urgenza della narrazione è legata a doppio filo al concetto di memoria e all’esigenza di lasciare un’eredità del proprio pensiero e della propria esperienza, a beneficio dei contemporanei e, soprattutto, dei posteri.

Il convegno si è aperto con l’intervento della docente Nevin Özkan, ordinario di Lingua e letteratura italiana e Capo cattedra all’Università di Ankara, che ha tratteggiato il rapporto d’amicizia tra il grande poeta turco Nazim Hikmet e Joyce Lussu, traduttrice in italiano delle poesie scritte da Hikmet dal carcere, come detenuto politico; a seguire, Giovanni Tesio, già docente di Letteratura italiana all’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, direttore editoriale e giornalista pubblicista, ha indagato gli interventi di Emilio e Joyce Lussu sulla rivista culturale Belfagor, in cui dal 1951 al 1954 si avvicendarono le voci di diversi intellettuali che raccontarono la loro maturazione culturale e politica.

La scrittrice Mariangela Sedda ha condiviso un significativo percorso personale di lettura legato alle opere di Emilio Lussu, intese come fonti di ispirazione e riflessione per la propria attività letteraria, mentre Luisa Marinho Antunes, professoressa di Letterature comparate all’Università di Madeira, ha evidenziato nel suo intervento come l’opera lussiana si caratterizzi in quanto memoria personale di accadimenti inseriti nella Storia, e faccia dunque parte della memoria collettiva della Nazione. In questo senso, immaginazione e creazione letteraria risultano fondamentali per la costruzione dell’identità e la narrazione della contemporaneità, con la Storia intesa come destino determinato dalle consapevolezze e dalle scelte dell’individuo.

L’antropologo Pietro Clemente, già titolare della cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, ha tracciato un ritratto di “Lussu narratore di Lussu”, indagando la modalità autobiografica che ne attraversa l’opera; come scrittore-testimone Lussu ha sentito il bisogno di testimoniare in prima persona la propria esperienza, permeando al contempo di sarcasmo e ironia le sue narrazioni. Alberto Cabboi, direttore del Museo Emilio e Joyce Lussu ad Armungia, ha invece delineato nel suo intervento il legame tra Emilio Lussu e Gaetano Salvemini, dall’incontro nel secondo dopoguerra fino alla fondazione di Giustizia e Libertà, con un puntuale racconto del ruolo di mentore dello storico pugliese per Lussu e delle divergenze circa il percorso politico intrapreso. A conclusione del convegno, il coordinatore Gian Giacomo Ortu ha tratteggiato il rapporto tra Lussu e il comunismo sovietico, riconosciuto come decisivo per la sconfitta del nazismo e come baluardo contro l’imperialismo occidentale.

Nella stessa giornata dedicata agli studi su Emilio Lussu, è stato presentato al pubblico il III volume degli Atti del V Convegno Internazionale del 2022, “Emilio Lussu spirito laico. L’autonomia come valore etico e morale” (Ed. Franco Angeli) a cura di Gian Giacomo Ortu, con gli interventi dello stesso Ortu, Giovanni Tesio, Alberto Cabboi, Christian Rossi, docente di Storia delle Relazioni Internazionali alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali di Cagliari, e Gianmario Demuro, docente ordinario di Diritto Costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari.

Exit mobile version